Prospective study of carmustine wafers in combination with 6-month metronomic temozolomide and radiation therapy in newly diagnosed glioblastoma: preliminary results
Salmaggi A, Milanesi I, Silvani A, Gaviani P, Marchetti M, Fariselli L, Solero CL, Maccagnano C, Casali C, Guzzetti S, Pollo B, Ciusani E, Dimeco F. J Neurosurg. 2013 Jan 25. [Epub ahead of print]In questo studio di fase II pubblicato sulla rivista J Neurosurgery la somministrazione protratta e prolungata di temozolomide viene associata a Gliadel Impianto (Bicnu) prima come trattamento neoadiuvante e quindi concomitante ed adiuvante alla radioterapia in pazienti affetti da glioblastoma di prima diagnosi.
Il razionale per questa somministrazione protratta è che temozolomide, quando somministrata in un schedula protratta e continuativa, sia in grado di inibire significativamente MGMT e quindi aumentare la citotossicità del BiCNU rilasciato da Gliadel impianto con un effetto sinergico sulla neoplasia. Rispetto al protocollo Stupp il trattamento antiblastico è iniziato, mediante la combinazione di due differenti chemioterapici, nella settimana dell' intervento e durante la radioterapia e quindi per i cinque mesi successivi.
Sono stati inclusi 35 Pazienti, seguiti con controlli clinici mensili e studi RM ogni due mesi. Dopo un follow-up mediano di 15 mesi, il median TTP è risultato di 12.5 mesi con un median OS di 17.8 mesi.
Per quanto concerne le tossicità imputabili al trattamento metronomico con temozolomide sette pazienti hanno interrotto il trattamento per piastrinopenia.
23 pazienti hanno sviluppato una linfocitopenia di grado 3 (CD4+), ma solo 3 hanno sviluppato candidiasi orale, 2 polmonite e uno herpes zooster dorsale. Per quanto concerne gli effetti collaterali presumibilmente imputabili al gliadel in un paziente è stata osservata la comparsa di ipertensione endocranica legata a reazione edemigena ed in un altro paziente è stata sospettata la comparsa di un ascesso trattato con antibiotici.
Dallo studio emerge un profilo di tossicità accettabile, con dati promettenti sul PFS a 12 mesi ma meno chiari per quanto riguarda l'end-point secondario dell'overall survival.
Il problema dell'efficacia aggiuntiva del trattamento locoregionale rispetto al protocollo "Stupp" è ancora aperto; tuttavia, nella pratica clinica sono pochi gli specialisti che dopo l'intervento e il trattamento locoregionale si limitano alla sola radioterapia, omettendo il trattamento con temozolomide. Solo uno studio prospettico con disegno adeguato potrà permettere di chiarire i dubbi che permangono sul rapporto rischi/benefici del trattamento locoregionale associato a radiochemioterapia sistemica.
Contatti dell'autore: paola.gaviani@istituto-besta.it