Bevacizumab Alone and in Combination With Irinotecan in Recurrent Glioblastoma
Friedman HS, Prados MD, Wen PY, Mikkelsen T, Schiff D, Abrey LE, Yung WKA, Paleologos N, Nicholas MK, Jensen R, Vredenburgh J, Huang J, Zheng M, Cloughesy T. et al J Clin Oncol. 2023 Nov 10;41(32):4945-4952Segnalo questo mese il lavoro pubblicato da Henry Friedman et al sul numero di ottobre 2009 del Journal of Clinical Oncology (JCO 27: 4733- 4740, 2009). Il lavoro riporta i risultati di uno studio randomizzato che vede l'impiego del Bevacizumab (BV) in combinazione o meno con Irinotecan (CPT-11) nel trattamento dei gliomi maligni recurrent (glioblastomi 92,2 %) dopo radioterapia e temozolomide.
Il lavoro viene pubblicato a due anni di distanza dalla segnalazione di James Vredenburg ed è importante in quanto è una delle due casistiche che ha premesso alla Genentech, di ottenere da parte della FDA l'indicazione, con procedura accelerata, all'utilizzo del BV nei glioblastomi recurrent.
In questo studio 167 pazienti affetti da glioblastoma recurrent, sono stati randomizzati in due bracci di trattamento: I) BV 10 mg/mq + CPT-11 (340 mg/mq-125 mg/mq in funzione dell'uso o meno di antiepilettici induttori enzimatici) vs II) BV 10 mg/mq in ionoterapia; entrambi i trattamenti ripetuti ogni 15 giorni per un massimo di 104 giorni di trattamento complessivo. L'end point primario dello studio era il Progression Free Survival (PFS) a sei mesi.
Focalizzando l'attenzione sulle tossicità di grado 3-4 nei due gruppi di trattamento le tossicità più frequenti che emergono nel trattamento con solo BV sono: l' ipertensione (8.3%) e le crisi epilettiche (6%), mentre nel trattamento di combinazione vengono segnalate crisi epilettiche (13.9%), neutropenia (8.9%) e fatigue (8.9%). In quest'ultimo gruppo un altro effetto secondario disturbante è risultata essere la diarrea che ha interessato circa il 75% dei pazienti. Come era logico attendersi le percentuali di tossicità sono risultate più elevate nei pazienti trattati con la combinazione dei due farmaci. Mentre gli eventi trombo-embolici ed emorragici sono risultati invece percentualmente sovrapponibili nei due gruppi di trattamento ed hanno interessato meno del 4 % dei pazienti.
Nel lavoro sembra confermata la nota capacità di "tumor shrinkage" dei trattamenti BV based con una percentuale di risposte obiettive (OR) del 28.2% nel gruppo BV e del 37.8% nel gruppo BV+CPT-11. E' opportuno ricordare che in letteratura la percentuale di risposte segnalate per questa tipologia di pazienti, con il solo CPT-11, si assesta attorno al 15%.
Se si considera il PFS-6m, l'end point primario dello studio è risultato rispettivamente del 42.6% (97.5% - IC 29.6-55.5) nel gruppo dei pazienti trattati con solo BV e del 50.3% nel gruppo BV+CPT-11; valori quindi molto interessanti anche se necessariamente dovremmo tenere conto nella lettura della possibilità di una inevitabile percentuale di pseudo progressioni trattate come riprese di malattia. Altro dato il median PFS è risultato di 4,2 mesi (BV) e 5.6 mesi (BV+ CPT-11) rispettivamente. In ultimo la Sopravvivenza globale è di 9.2 mesi (BV) e 8.6 mesi (BV+CPT-11).
Purtroppo il disegno statistico dello studio non prevede una comparazione dei due bracci di trattamento, quindi gli autori concludono che per chiarire se sia preferibile il BV in monoterapia o la combinazione sarà necessario condurre nuovi studi.
Infine, nello studio non viene purtroppo analizzata neppure la qualità di vita di questi pazienti, possiamo solo speculare sul dato di un trend di riduzione dell'uso dello steroide e quindi sull'effetto antiedemigeno ormai ben noto del BV.